Islanda ’24 – “In balìa degli elementi” – Day 8

Diario semironico e politically incorrect scritto da Laura con qualche mia incursione…

07 giugno. La sera prima siamo andati a letto un po’ scornati a causa delle previsioni meteo: “Dai forza, qualcosa faremo, ci dormiamo sopra e domattina vedrai che la risolviamo.” E così è stato!

Innanzitutto, il tè questa mattina era ben zuccherato. Carichiamo armi e bagagli e percorriamo la costa per salire ancora un po’ più a nord. Destinazione? Boh!

La giornata trascorre guardando estasiati fuori dal finestrino. Vediamo panorami che cambiano ad ogni curva. Salendo e scendendo dai fiordi il paesaggio cambia continuamente.

Durante una pausa puntiamo il dito sul paesino di Patreksfjörður ( che da qui in poi per noi sarà semplicemente “Patatrac!”). Prenotiamo la camera con Booking ma prima di arrivarci ci facciamo distrarre dall’ultimo incrocio che porta a sinistra alla scogliera di Látrabjarg. Sulla cartina sembra vicina ma la strada è sterrata e non proprio pianeggiante. Un’oretta… Durante il percorso incontriamo il relitto della nave Garðar BA 64. Fu la più antica nave d’acciaio islandese costruita nel 1912 da un cantiere navale norvegese e utilizzata per la caccia alle balene.

Non ci perdiamo troppo tempo, il pomeriggio incombe. Qualche foto di rito e si riparte. Parcheggiata l’auto, stavolta gratuitamente, risaliamo la scogliera ed eccoli lì !!! Due puffins a portata di scatto! Assolutamente disinteressati all’umana specie che li indicava silenziosamente prima di immortalarli. Non ci pareva vero che non volassero via. Dai sono finti! Sono due gadget di plastica messi lì per i turisti! Ci perdiamo una decina di minuti per fare foto su foto uguali, temendo che volino via da un momento all’altro, ma non succede!

Tra il casino del vento e dei gabbiani passeggiamo ancora su e giù per il prato, a due metri dal dirupo. Eccone ancora uno che si liscia le penne, si fa la toletta e poi vola via dopo una veloce popò. Max, emozionato perché come sempre viene travolto dalla bellezza del paesaggio e dei suoi “abitanti”, starebbe ore ad immortalarli… Ma se non ti muovi, vento e freddo fiaccano ogni velleità.

Basta, siamo stra soddisfatti e contenti. Ora possiamo ritornare sui nostri passi con un bel sorriso stampato in faccia. Ma non finisce qui! Lungo la sterrata già percorsa all’andata abbiamo la fortuna di incontrare un altro fantastico animaletto di queste parti: la volpe artica !

La guest house molto carina con un receptionist spagnolo che vai a capire come sia finito lì quasi in cima al mondo. Ci parla in un italiano smozzicato ma comprensibile, adora l’Italia (pure lui!). Ci manda a cenare in un altro ristorantino dove mi scaldo con una sostanziosa zuppa di pesce.

Concludiamo con la specialità della casa: l’Espresso Martini. Molto Martini e ben poco espresso, un aiuto per addormentarsi, come se ci volesse!

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