Ecuador – Quicocha ed Otavalo

Il mattino ha l’oro in bocca, invece noi alle 6 e 30 abbiamo già in bocca anguria e papaia per la colazione…

Partiamo per la laguna di Quicocha, un lago formatosi all’interno del cratere di un vulcano. Abbiamo appuntamento con una guida locale, una specie di sciamano che conosce ed utilizza tutte le erbe particolari che crescono intorno al cratere, purtroppo però dopo una discreta attesa, il figlio ci dice che è impossibilitato a raggiungerci… Poco male, il nostro Guillermo conosce anche alcune piante medicinali, così durante il trekking panoramico, ci spiega lui stesso per cosa vengano utilizzate.
Soffia un vento fortissimo e non fa per nulla caldo, siamo costretti a ricorrere a pile ed anche alle fascette da sci per poter trovare un po’ di sollievo sulla cabeza helada…


La laguna è splendida, perfettamente circolare, al centro due collinette che fanno da tappo al cratere.

Ecuador-1378

Prima di risalire in macchina ci ritempriamo al bar dell’Hosteria dove abbiam lasciato l’auto, “pagando” il parcheggio con una consumazione, a quel punto però molto gradita.

Dalla laguna di Quicocha scendiamo al paese di Cotocachi, situato ai piedi dell’omonimo vulcano e rinomato per la lavorazione della pelle. L’attrazione di questo posto è unicamente la via centrale dove sorgono laboratori e negozi di articoli in pelle, vestiario, e quant’altro si può produrre con la pelle… Da buon spendone non mi faccio scappare l’occasione di acquistare un bel giubbotto alla “modica” cifra di 90 usd.

Dopo Cotocachi raggiungiamo Otavalo per visitare il famoso e caratteristico mercato. Ed anche questo non ci delude: è un esplosione di colori, profumi ed…odori.

Le donne indigene vestono i loro abiti caratteristici e molte giovani portano sulla schiena i loro piccoli, avvolti dentro questi particolare scialli da cui spuntano solo grandi occhini dentro un faccino tondo tirabaci. Vaghiamo fra le bancarelle come in trance, rapiti dal colore e dal calore di questo posto, osservando cose e persone, cercando di “rubare” con la macchina fotografica e soprattutto con la mente, queste impagabili momenti della vita del mercato.

Anche qui non mi sottraggo ai miei doveri/piaceri di acquirente e ne approfitto per “impadronirmi” di maglioni di alpaca fatti a mano e di splendidi piccoli arazzi da apporre alle pareti di casa. I costi per noi occidentali sono veramente bassi e cerco di limitare quindi l’uso della “contrattazione” del prezzo…

Pranziamo in una piccola trattoria del centro, dove l’igiene come la conosciamo noi non esiste proprio, ma il nostro must è sempre quello di provare locali e piatti caratteristici dei posti che visitiamo, quindi non ci facciamo particolari remore. Terminato il pranzo ripartiamo subito in quanto ci aspetta un lungo trasferimento per tornare a Quito, dove passeremo la notte. Qui però approfittiamo del consiglio di Guillermo e ceniamo in un locale cubano dove suonano musica dal vivo. Trascorriamo un piacevole serata a lume di candela, ascoltando il bravo cantante sciorinare il miglior repertorio ecuadoriano e sudamericano.

 

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