Tre giorni a New York -“E diamo un morso a ‘sta mela !”- Day 3

Ultimo giorno nella Grande Mela ! Il cielo è ancora terso come i primi due giorni ma il clima è decisamente cambiato; il temporalone della sera prima ha portato con sé aria gelida e patiamo un’escursione termica di almeno una decina di gradi !

Oggi puntiamo verso nord; dall’hotel ci spostiamo subito sulla 5a strada e dirigiamo verso Central Park. A metà strada però abbiamo la prima mission del giorno: salire sul Top of the Rock !

Non abbiamo preso i biglietti on line per l’incognita meteo ma per fortuna la coda è solo di un quarto d’ora e superati i controlli di sicurezza, siamo sull’ascensore che ci proietta in pochi secondi in vetta.

Quassù il freddo si sente eccome ma poco importa perché ci scalda la magnificenza del panorama…

Una volta scesi, ci aggiriamo per il Rockfeller Center: pista di pattinaggio in preparazione ed uno strano pupazzo di neve (?!) preludono al ritorno sulla Fifth Avenue…

Riprendiamo il nostro cammino verso Central Park. Come si sa, sulla 5a troviamo numerosi nomi dell’alta moda italiana e, tra un grattacielo e l’altro, anche la cattedrale di Saint Patrick che inserita in questo contesto sembra veramente piccolina, mentre una volta dentro…

Approdiamo finalmente a Central Park e ci troviamo subito di fronte alla statua del Generale Sherman

Evitiamo il giro in carrozza e ci inoltriamo a piedi nel parco fino a raggiungere la pista di pattinaggio, sita in un angolo molto più suggestivo di quella del Rockfeller Center !

Continuando la passeggiata, assistiamo a simpatici siparietti tra umani e pulcinoni, mentre raggiunto The Mall, lo scopriamo affollato di ambulanti ed artisti di strada…

Anche in Central Park non possiamo fare a meno di ricordare le innumerevoli scene di film e serial che vi sono state girate: baci indimenticabili o aggressioni ed omicidi vari sotto i ponticelli del parco…

Abbiamo intenzione di visitare il Natural History Museum e quindi dirigiamo verso Strawberry Field che è poco distante. Un angolo molto suggestivo dove molti si fermano a lasciare un fiore o anche solo un pensiero al grande John Lennon, assassinato poco distante da qui, accompagnati dalle note delle sue canzoni regalate da una fan seduta poco distante e che sembra deliziare anche un simpatico scoiattolo alle sue spalle…

Prima di entrare al Museo, ci scaldiamo con gli hotdog più cari di New York, almeno in base alla nostra brevissima esperienza: ben 4$ l’uno !

Alla biglietteria facciamo i nostri biglietti con offerta libera. Considerato che oggi siamo interessati “solo” all’area dei dinosauri decidiamo che un deca a testa sia sufficiente, che è circa il 50% del prezzo consigliato per l’intero museo.

Laura è una profonda conoscitrice ed appassionata di dinosauri e di tutta la loro epopea dagli inizi fino all’estinzione… Per lei questo è un paradiso !

Una cosa che apprezziamo moltissimo è che ci sono dei volontari che ti spiegano per filo e per segno, con molta passione, la storia dei ritrovamenti di certi reperti fino ai dettagli delle composizioni dei vari scheletri di dinosauro, tra veri fossili e ricostruzioni fatte ad opera d’arte.

Terminando la visita, ci soffermiamo anche a vedere i bellissimi diorami, fatti talmente bene che ti proiettano direttamente nei luoghi e nelle scene che rappresentano.

Quando usciamo il sole si sta già abbassando e noi dobbiamo vedere ancora l’altra metà di Central Park.

Proseguiamo quindi verso nord ed è obbligatoria la sosta al Bow Bridge, dove la leggenda narra che nessuna donna possa rifiutare una proposta di matrimonio fatta in questo luogo, con vista sul lago ed il famoso “San Remo”, uno dei palazzi residenziali più ambiti di New York.

Percorriamo mezzo ovale del Great Lawn, il grande prato del Parco e non possiamo che concludere il giro facendo il periplo del Jacky Kennedy Reservoir, lungo gli oltre due chilometri di passeggiata dove la moglie di John amava fare jogging.

Il tour di Central Park si sta per concludere e con esso anche questi bellissimi tre giorni nella Grande Mela.

Dalla 96a fino al JFK sarà solo metropolitana, con l’intermezzo del passaggio in hotel per ritirare gli zaini ed un ultimo sguardo verso l’alto ai piedi dell’Empire State Building.

Una full immersion breve ma intensa per le strade di una città unica al mondo, certamente da ripetere ed approfondire con altri blitz o anche qualche giorno in più di vacanza per poterla scoprire più a fondo.

 

 

 

 

 

 

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