USA OtR – 3000 miglia nel West – “Dal bianco accecante a mille colori”

Sesto giorno

From DV to LV, passando per EFGHIJK-V…

Il giorno per me più temuto. Che temperatura troveremo nella Death Valley ?  Io non sopporto il caldo. Vero che io temo l’umido e qui si parla di secco, ma finchè non lo sento sulla pelle, non sono tranquillo.

Finalmente una nuova bella colazione all’Alabama Hills Bakery di Lone Pine e poi un salto dal mitico Joseph per qualche acquisto, tra cui l’indispensabile frigo da viaggio in polistirolo, da riempire con tonnellate di ghiaccio per tenere ad una temperatura adeguata l’acqua e tutti i generi di conforto che ci portiamo appresso.

Nonostante siamo muniti di navigatore e sia facile viaggiare on the road in questo Paese, non resisto alla tentazione di acquistare una bella carta geografica degli stati occidentali.

Daltronde è guardando le cartine che si sognano i viaggi più belli…

Qualche “disquisizione” con Laura sull’utilità del frigo e di tutto quel ghiaccio (lei berrebbe té caldo anche nella Valle della Morte, per l’appunto…), si fa un bel pieno di gasolina e si parte.

Già sbirciando dal Father Crowley Point inziamo a farci un’idea di quel che ci aspetta, a partire dalla Panamint Valley.

Durante la discesa verso la valle, osserviamo diminuire sempre di più la cifra sui vari cartelli che indicano l’altitudine in piedi, mentre sul display del computer di bordo contemporaneamente e sinistramente aumentano i gradi della temperatura esterna.

Risaliamo sul costone occidentale della vallata, guadagnando nuovamente i 4000 piedi (circa 1200 mt slm, tenendo le unghie lunghe…) ma l’illusione dura poche miglia. In breve tempo raggiungiamo Stovepipe Wells e siamo quindi alle Sand Dunes .

Che spettacolo ! Siamo nel Sahara o negli States ?

Mi riempio di crema protezione mille e ci tuffiamo nelle dune.

La temperatura è gradevole, nemmeno 40°c, per cui ci divertiamo tranquillamente a pascolare su e giù per queste colline mobili che, come zucchero grezzo, danno un pò di dolcezza all’aspro paesaggio che le circonda.

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Proseguiamo con l’auto non prima di aver alzato un pò la temperatura di climatizzazione per evitare botte da 20°c alla volta.

Prima di Furnace Creek ci fermiamo all’interessante vecchia miniera di borace, da dove partiva la particolare carovana trainata da 20 muli che trasportava il minerale fino alla ferrovia di Mojave, distante quasi 300 km !

Ormai siamo sui 40/41°c, ma mi sento in perfetta forma !  Maledetta umidità padana che ci fa impazzire già a 30…

Questa è vita, altro che Death…  🙄

Superiamo Furnace e svoltiamo a destra sulla sterrata che porta ad un “green” particolare: tiriamo fuori i ferri, siamo al Devil’s Golf Course !

OLYMPUS DIGITAL CAMERACome dicono qui, solo il Diavolo vi riuscirebbe a giocare a golf. Noi riusciamo a perdere la pallina ancora prima di piazzarla sul Tee.

Scherzi a parte, qui la Valle sembra esprimere tutta la sua durezza ed il paesaggio che ci circonda è impressionante.

Risaliamo in auto e dopo poche miglia e pochi gradi in più, raggiungiamo il punto più famoso, Badwater, 85 metri sotto il livello del mare.

Il display segna 44°c . Fantastico ! E’ il nostro giorno fortunato visto che fa freschetto… Effettivamente il caldo è sopportabile e se non fosse perchè il sole brucia sulla pelle, non si direbbe proprio che abbiamo questa temperatura.

Il bianco del sale ci acceca mentre camminiamo sul fondo di quel che sarebbe il lago Manly. Osserviamo il cartello che indica il livello del mare posto sul costone della montagna. Ci sentiamo dei palombari a secco…

Ripercorriamo la strada da dove siamo venuti ed imbocchiamo la Artist Drive, un anello a senso unico dove ammirare l’opera della natura che ha pennellato le rocce di questa valle con svariati colori.

Pennello passato anche in un altro luogo cult della Death Valley, Zabriskie Point .

Prima di lasciare questo posto dimenticato da Dio ma a quanto pare non dal Diavolo che vi fa pure sport, riprendiamo quota salendo a Dante’s View.

Come annunciato dalla Routard, si palesa sul nostro computer di bordo l’incredibile escursione termica tra Badwater e Dante: ben 14°c  !  Abbiam percorso una sessantina di chilometri per arrivare qui, salendo di 1700 mt slm; ma questa spettacolare terrazza panoramica è praticamente sopra il punto più basso della depressione e questo cambiamento fa un certo effetto.

Gli ultimi tornanti sono talmente ripidi che preferisco innestare il cambio sequenziale, facendo finalmente sfogare un pò i numerosi cavalli della nostra auto.

Percorriamo pochi metri a piedi, contrastati da violente raffiche. Ma resistiamo e veniamo ripagati da una vista magnifica su tutta la Valle della Morte.

Un panorama mozzafiato che sconvolge, perchè insinua nella tua anima le due sensazioni più contrastanti: quassù ti senti il padrone del mondo ed un attimo dopo, pure una formica di fronte a questa immensità.

Sotto di noi, giganteschi serpenti di sale sembrano muoversi a loro agio in un territorio infernale.

Un altro luogo dove mi fermerei ore ad osservare l’infinito ed il cui nome mai fu più azzeccato. Non si rimane indifferenti a quel che si vede. Non mi aspettavo così tanta bellezza in un luogo così ostile.

Dante’s View è la più grande chiusura che ci possa essere di una giornata nella Valle della Morte.

In un paio d’ore passiamo dalla massima espressione della natura alla massima espressione della “follia” umana: Las Vegas.

Scendendo dalle montagne e vedendo in lontananza i grandi alberghi della Strip, non ci si crede… Eppure è lì, in mezzo al deserto.

Aiutati dal navigatore, riusciamo ad approdare al nostro hotel al centro della Strip, il Ballys’. Per fortuna vi giungiamo ancora con un le luci del giorno perchè con lo stordimento di milioni di lumi che brillano in questa città, chissà dove saremmo finiti.

Passare dal deserto, fisico, geografico, umano, alla fastosa e piena di vita Las Vegas è un salto notevole.

Tiriamo un pò il fiato in camera e quando assisto dalla finestra all’apertura delle danze delle fontane del dirimpettaio Bellagio, sollecito Laura ad avviarci a cenare.

All’interno degli hotels, ci si iberna. Cenare in una brasserie del Paris con su le felpe fa creder ancora di più di esser nella Ville Lumiére in una serata di primavera.

E’ tempo di scaldarci e finalmente in strada per un giro lungo il Las Vegas Boulevard possiamo svestirci…

Ma di solito non si fa al contrario ?! 🙄 😀

Quante volte abbiamo visto Las Vegas in tv e sulle riviste ? 1967 ?!  Certamente un pò di serie di CSI, qualche doc… Beh, nulla è paragonabile all’impatto “live”. Si resta a bocca aperta, non si sa dove guardare e da dove cominciare.

Ma dopo i primi attimi di smarrimento ed indecisione, puntiamo decisamente le fontane del Bellagio e quale miglior benvenuto in città se non quello cantato dal grande Elvis ?

La curiosità è grande anche per il Venetian. Mi aspettavo il palazzo ducale, il campanile ecc… ma quando si entra e ci si ritrova lungo il canal grande ed in piazza san marco “indoor” con una volta che riproduce realisticamente la luce del giorno… non ci sono parole.

Un rapido giro anche tra Caesar e Paris prima di chiudere le palpebre e far riposare gli occhi, frastornati prima dai bagliori naturali e poi da quelli prodotti dai mille colori della città del peccato.

6 thoughts on “USA OtR – 3000 miglia nel West – “Dal bianco accecante a mille colori”

  1. Ciao Max!!! So beautiful your pics from Death Valley! I have never been there!!! Looks like a wonderful place! And I am glad you survived to hot!!! 🙂
    And I love your pics from Las Vegas, specially the one with the Caesar Palace at the back and La “Victoria de Samotracia” with such a fantastic light!!!
    Great!

  2. Muchas Gracias Amaya ! 😀
    Death Valley is really…incredible !
    Dante’s view a fantastic place.
    Yes, I love that shot of Caesar Palace 😉

  3. Ciao Max, come faccio mi è venuta una gran voglia di fare anch’io questo meraviglioso viaggio!! Ahime!! quanto dovrò mai aspettare?
    Ne approfitto per informarti che ti ho nominato nel mio ultimo articolo “Giochiamo alle Nominations” (http://viaggiandoconbea.wordpress.com/2013/09/30/giochiamo-alle-nominations/) per poterti consegnare il premio di “Versatile Blogger”. Del resto viaggi così ben documentati se ne vedono pochi.

    Ciao Bea

  4. Ma grazie Bea !!! Bella sorpresa !
    Felice di invogliare a viaggiare !
    Quanto dovrai aspettare ? Sei giovane, nei hai di tempo a disposizione… 😉
    Io ho dovuto aspettare 6 anni, dopo il viaggio alle Galapagos, che si “riallineassero i pianeti”… 😉

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