Ecuador – Cuenca e Guayaquil

09/08 Cuenca e Guayaquil

La mattina la passiamo a visitare Cuenca, probabilmente la più bella città dell’Ecuador, coi suoi palazzi coloniali ancora intatti, le vie del centro pulite, la città è tenuta molto bene. La guida ci dice che i Cuencani sono molto orgogliosi della loro città e si sentono un po’ superiori rispetto al resto del Paese, anche perché Cuenca è considerata la capitale culturale. In centro visitiamo l’imponente cattedrale, che rimarrà incompiuta, senza campanili che non potranno essere costruiti perché le mura della chiesa non ne reggerebbero il peso a causa di calcoli errati durante la costruzione. All’interno svetta una bella statua di Giovanni Paolo II che ha visitato la città nei primi anni del suo pontificato ed a cui i cuencani sono molto devoti. Certo fa un certo effetto vedere una statua di quello che è stato il Papa della nostra generazione, venerato come gli altri santi che si trovano normalmente in tutte le chiese.
Dopo la cattedrale visitiamo il Museo d’Arte Precolombiana, ricco di monili di tutte le culture ecuadoriane precedenti l’arrivo degli spagnoli. Poi Guillermo ci porta a casa di una signora che vende antiquariato e che conosce personalmente. Per 1 dollaro ci permette di visitare la sua dimora costruita 190 anni fa dai suoi antenati e ricca di oggetti pregiatissimi prelevati qua e là per il mondo. Anche lei in realtà si può considerare un pezzo di antiquariato.

All’uscita ci facciamo portare in taxi alla fabbrica dei famosi cappelli Panama.
Al contrario di quanti possono credere, i cappelli Panama che vengono fabbricati proprio qui in Ecuador, devono il loro nome al fatto che questo copricapo veniva fornito ai lavoranti durante la costruzione dello stretto di Panama. La visita alla fabbrica è veramente interessante, viene mostrato ogni passo della lavorazione del cappello, dall’intreccio iniziale fatto ad opera delle donne indios, che poi vendono il manufatto in fabbrica al completamento della lavorazione.

Alla fine della visita, siamo invitati anche in negozio per ammirare e magari acquistare il pregiato prodotto finito. Ci divertiamo a provarne qualcuno e saremmo anche tentati dal prenderlo, ma tornando coi piedi per terra, valutiamo che una volta a casa non li indosseremmo mai…

Prima di mezzogiorno partiamo per Guayaquil ed attraversiamo il Parco nazionale del Cajas, una zona di alta montagna la cui caratteristica è che il terreno è perennemente intriso d’acqua, anche quando non vi piove da tempo. E’ una zona ricca di allevamenti di trote e ci fermiamo per il pranzo in una di queste haciendas x gustare la trucha a la plancia. Proseguiamo quindi il nostro viaggio e dopo pochi km scolliniamo il passo Cajas, da qui in avanti sarà tutta in discesa fino a Guayaquil, da 4000 mt slm a… 4 mt slm ! In alcuni momenti sembra di stare su un aereo anziché in auto, perché la strada scende lungo il costone della montagna e ci troviamo al di sopra delle nubi che coprono tutta la pianura sottostante.

Il clima cambia e ritroviamo l’umido che avevamo “assaporato” a Banos, la vegetazione è totalmente diversa, è quella della foresta tropicale. La pianura è ricca di colture di banane, cacao e riso… Sono le grandi coltivazioni industriali…

La strada per Guayaquil è larga e ben asfaltata ma il traffico è terribile e guidano tutti come pazzi! Abituati a velocità da 50/60 km/h sulla Sierra, ci ritroviamo superati e stretti sul ciglio della strada da furgoni e TIR che viaggiano ad oltre 100 km/h!
Giunti a Guayaquil sani e salvi, lasciamo subito i bagagli, documenti e qualsiasi cosa che abbia un valore superiore a 10 dollari nella cassetta dell’hotel. Questa città ci è stata descritta da molti come la più pericolosa dell’Ecuador, il 90% dei reati avviene qui… Un po’ intimoriti, con addosso solo maglietta e jeans, passeggiamo per il lungomare. E’ molto moderno, appena ricostruito completamente nel 2000 dall’intraprendente sindaco locale che chiede anche uno statuto speciale al governo centrale in quanto considera Guayaquil, forse a ragione, la città economicamente più importante per il paese. Questo luogo è pieno di vita e di locali, ma anche di molta polizia, il che ci rassicura ed al tempo stesso intimorisce.
La giornata volge ormai al termine ed il nostro pensiero è già a domani, quando partiremo per le Galàpagos.

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