Ecuador – Quito e Mitad del Mundo

E’ dai tempi della scuola media, dalle prime volte che ho sentito parlare di Darwin e degli “strani” animali che ci sono alle isole Galàpagos, che “bramavo” di venire a visitare questi posti, dall’altra parte del mondo con animali e uccelli che si possono ammirare solo qui. Ci ho impiegato quasi 30 anni, visto centinaia di documentari, letto decine di articoli, report e diari di chi ci era già stato ma alla fine ho coronato questo sogno.
Per unire il dilettevole ad altro dilettevole, ho “allegato” al desiderio primario di andare alle Galàpagos il tour dell’Ecuador continentale, con la visita delle principali città seguendo la Via dei Vulcani.
Ho organizzato il viaggio per corrispondenza, tramite e-mail con Fabio Tonelli, un italiano che vive in Ecuador da quasi vent’anni, dove si è re-inventato come tour operator , facendolo molto bene ed avendo un discreto successo.

02/08 Quito

Vi arriviamo alle 9 del mattino dopo la lunga traversata oceanica con scali alle Antille Olandesi ed a Guayaquil, la seconda città dell’Ecuador. Un viaggio lungo ma abbastanza buono, grazie anche al fatto di aver fatto il check in on-line ed aver scelto i posti sull’aereo. Nell’ultima tratta del volo, da Guayaquil a Quito, abbiamo già un piacevole assaggio delle meraviglie andine che ci aspettano, ammirando dal finestrino dell’aereo il perfetto cono del vulcano Cotopaxi.
All’uscita dall’aeroporto ci aspetta il buon Fabio che, dopo i soliti convenevoli, durante il trasporto a casa sua ci parla di sé, della famiglia, della sua vita “italiana” ed “ecuadoriana” e di tutti gli ospiti più o meno famosi che hanno usufruito dei suoi servigi e che si sono trasformati da clienti ad amici veri. Preso possesso della camera che ci ha preparato per questa prima notte, ammiriamo il panorama che offre il suo terrazzo su tutta la città. Siamo a 2800 mt s.l.m e ce ne accorgiamo subito dal fiatone che ci viene per aver fatto una sola rampa di scale con valigia e borsone… Alle 10, puntualissimo, ci raggiunge Guillermo; sarà la nostra guida durante il tour continentale. Iniziamo con lui la visita di Quito e dintorni. Scopriamo subito che Guillermo è molto preciso nelle sue spiegazioni ed indicazioni ed inizia la nostra scoperta di questo paese partendo proprio dalla nascita di Quito e dai tempi della conquista spagnola. La prima tappa è la Mitad del Mundo, ossia il museo che sorge esattamente dove passa la linea dell’equatore. Visitiamo il piccolo e caratteristico museo, dove la guida locale ci coinvolge anche in simpatici “esperimenti” da fare “nei due emisferi” ed esattamente sulla linea stessa dell’equatore, dove riusciamo pure noi a far stare l’uovo in piedi su un chiodo.

Avvistiamo anche il primo colibrì, con il suo caratteristico “ronzio” dovuto al velocissimo battito delle ali. A fianco al museo sorge il monumento all’equatore, di dubbio gusto e tra l’altro non passante precisamente sul parallelo… Lasciato il museo raggiungiamo il belvedere del vulcano Pullulahua, l’unico in Ecuador con la caldaia abitata. Il terreno è molto fertile e la caldaia è completamente coltivata.

Vulcano Pullulahua

Vulcano Pullulahua

Sul ciglio del vulcano sorge il ristorante El Crater (!?) dove abbiamo il primo approccio con la cucina ecuadoriana. Il primo impatto è positivo ma teniamo conto che comunque questo è un ristorante di lusso per gli standard di questo paese. Dopo pranzo, assonnatissimi grazie al mix “viaggio, altitudine, digestione”, attraversiamo una trafficatissima Quito per salire sul Panecillo (il piccolo pane), una collinetta che domina la città la cui vista si perde per km e km da nord a sud. Quito conta solo 1.500.000 abitanti ma si allarga per una quarantina di km, la maggior parte delle case non ha più di due piani e le abitazioni vengono costruite su ogni lembo di terra disponibile.

Quito - Panorama

Quito - Panorama

Scesi dal Panecillo visitiamo il centro storico con le sue innumerevoli chiese ed i palazzi stile coloniale.

Oltre che sui monumenti, la nostra attenzione ricade ovviamente anche sulla popolazione e sulla vita della città. Metà delle donne è vestita coi costumi tipici indios, l’altra metà in stile occidentale. Gli uomini invece praticamente tutti in stile occidentale. C’è polizia ad ogni angolo ed ogni ufficio, banca o attività importante è presidiata da guardia privata con tanto di “cannone”…
Molte donne indigene scendono dai loro paesi in città a vendere i loro prodotti, agricoli o artigianali, altre purtroppo, vengono a fare elemosina, costrette dalla miseria in cui vivono. E’ sempre triste vedere persone implorare una questua, ma colpisce particolarmente.soprattutto quando si tratta di anziani.
Sono oramai le 18 ed il sole è tramontato, Guillermo ci consiglia di rientrare e la nostra prima giornata finisce con l’ottima cena a casa di Fabio, ospiti della sua famiglia.

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