Islanda ’24 – “In balìa degli elementi” – Day 10

Diario semironico e politically incorrect scritto da Laura con qualche mia incursione…

9 giugno.

Prima di lasciare l’Overlook Hotel islandese, non posso esimermi dal non dare una mia opinione per migliorare la permanenza degli ospiti. Dopotutto è stato espressamente richiesto. Un invito a nozze per me!

Si riparte verso il sud, durante la strada incontriamo l’apprezzato cartello della piscina riscaldata.

Ci fermiamo subito per entrare tra le fronde e trovare una Krosslaug, ossia una pozza con acqua geotermale !

Spettacolo! Una famiglia di olandesi sta concludendo il loro puccio. È invitante! Max tituba ma lo convinco a indossare il costume, nonostante non fossero trascorse ancora tre ore dalla colazione. Quando potrà capitare ancora una cosa del genere. Io me ne guardo bene dallo spogliarmi, la giornata è più mite e soleggiata (ben 12°c) ma non sfidiamo la fortuna, la bronchite è a un passo! Entro solo con le gambe. I 42 gradi sono impegnativi per il primo minuto, ma aiutano a riscaldarci ben bene per quando si esce. Hai un po’ di autonomia prima di congelarti nuovamente. Le indicazioni non vietano, ma ti suggeriscono di non fare il bagno, la qualità dell’acqua non è controllata e il viscidino che sento sotto i piedi lo conferma…

Proseguiamo lungo questa valle incantata fino ad abbandonarla per incontrare uno scenario più aspro che ci pone davanti ad uno dei tanti bivi della vita…

Ogni tre per due dobbiamo fermarci ! Una delle citazioni preferite da Max, molto veritiera, è tratta da “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”: “Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di tv. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente.”

Ecco, il paesaggio non è certamente noioso anzi, è talmente magnifico che abbiamo necessità di farci travolgere da esso, che ci riempia e ci entri nell’anima come il vento ed il freddo ci entrano nelle ossa. Quindi fermiamo il mezzo, scendiamo ed assaporiamo queste incredibili sensazioni.

La tappa successiva è il Kerið crater, vulcano spento che si è trasformato in placido laghetto. Si può percorrerlo costeggiando la riva o camminando lungo il bordo sulla cima. Nonostante i turisti è rilassante e ci prendiamo il nostro tempo per girarlo in lungo e in largo.

E rieccoci tornati a Reykjavík allo stesso hotel. Lasciamo l’auto al solito comodo parcheggio, per riprenderla due giorni dopo. Cenato, ci aspetta una pacifica camminata nel centro della città e sul lungo mare. Si fa tardi ma non ce ne accorgiamo, il sole a queste latitudini non ha voglia di andare a dormire!

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