Route des Grandes Alpes – 2008
Ad un anno e mezzo dal suo compimento, rispolvero le foto dei due giorni a zonzo lungo le alpi italo-francesi passati da me e dall’amico Ab con le nostre amate V (Strom e Max).
Dopo la splendida cavalcata “Per verdi pascoli…” lungo le alpi nordorientali nel 2006, era nei nostri desideri percorre la “routes” già l’anno successivo. Appuntamento mancato per varie vicissitudini lavorative, ma il percorso pianificato era stato solo momentaneamente riposto nel cassetto.
L’anno successivo infatti, dopo una veloce spolverata dei fogli non ancora ingialliti delle nostre mappe, siamo riusciti a rimettere in piedi la nostra due giorni che sta diventando un appuntamento tradizionale.
E grazie alle foto capitatemi sott’occhio per caso, riesco a rivivere la due giorni di saliscendi lungo alcuni dei più alti passi montani europei.
Il solito rapido ed obbligato (per non perdere tempo rispetto ai nostri obiettivi) trasferimento autostradale da Novara fino a Verres, dove uscimmo per percorrere cmq la bella Valle d’Aosta in tutto relax, ammirandone i famosi castelli.
La prima salita al Piccolo San Bernardo a metà mattina, con ancora la neve presente verso la sommità del passo (eravamo a metà giugno…) e la lunga e tortuosa discesa fino alle porte di Bourg St. Maurice da dove svoltando a sinistra anziché dirigersi verso il paese, inizia la lunga salita verso Val d’Isere ed il Col de L’Iseran.
Pranzo leggero a base di “salade” in quel di Val d’Isere paese per affrontare più lucidi la lunga salita ai quasi 2800 mt di altitudine dell’Iseran.
Purtroppo nel primo pomeriggio complice la calura, il cielo si era un pò velato, impedendoci di godere nitidamente del panorama che ci circondava in cima al passo e non permettendoci di ottenere foto particolarmente significative.
Ci rifacemmo però nel proseguio della giornata. Scendendo dopo Bonneval lungo la valle dell’Arc infatti il cielo tornò ad aprirsi ed affrontammo la “balconata” che sale verso il Col de Telegraphe e Valloire con un occhio alla strada e l’altro al panorama che ci veniva offerto sotto di noi.
La salita verso il Galibier, già affrontato anche in passato, si rivelò ancora una volta ai miei occhi in tutta la sua bellezza e mi ricordò una volta di più l’impresa che compì il mitico Pantani quando a pochi km dalla vetta staccò il rivale Ullrich nel leggendaria tappa che arrivò poi a Les Deux Alpes proprio 10 anni prima…
Mollate le moto al passo, ci rilassammo un pò sulle panche poste su un cucuzzolo raggiungibile a piedi, per poi scatenarci nelle classiche foto panoramiche verso il Grand Galibier e dal lato opposto verso il maestoso ghiacciaio della Meije.
La discesa verso il Lautaret e Briancon fu allietata dalla presenza di numerose marmotte ! (adoro questi simpatici toponi !!! ) 🙂
Raggiungemmo Briancon nel tardo pomeriggio e ci concedemmo una sosta per uno spuntino ed una rigenerante, fresca, “bière a la pressione”.
Il sole era ancora alto e decidemmo di affrontare anche l’Izoard per poi fermarci per la notte a Guillestre, ai piedi del Vars. Mai scelta si rivelò più azzeccata ! Percorrere queste strade in quota, in mezzo alla natura, verso il tramonto, è una goduria pazzesca !
Scollinato il valico, il tratto lunare della Casse Deserte alle 8 della sera si presenta in tutta la sua straordinaria ed aspra bellezza…
Passammo la notte in un delizioso e tranquillo Logis e l’indomani mattina presto ci rimettemmo in moto verso il Col de Vars. Il cielo era terso e di un azzurro intensissimo, nitido il contrasto col verde dei prati ed il grigio delle vette, sopra le quali la luna osservava il nostro lento incedere verso la vetta…
In cima ci aspettava però un’amara sorpresa: la strada sul versante opposto era chiusa per lavori e veniva aperta solo nel mezzogiorno… Fummo quindi costretti a ritornare sulle nostre ruote e ripercorrere la medesima strada in discesa verso Guillestre per aggirare l’ostacolo.
L’alternativa si rivelò altrettanto piacevole in quanto ci condusse a costeggiare il lago di Serre Poncon fino a tuffarci nella valle dell’Ubaye fino a raggiungere Jausiers dove iniziammo la salita verso la mitica Bonette !
Di per sè il colle sarebbe già alto, quasi 2800 mt slm… ma i francesi si sono addirittura “inventati” un ulteriore anello d’asfalto per renderlo il passo più alto d’Europa, raggiungendo quota 2802 mt s.l.m.
Numerose le soste durante la salita per le foto di rito, ma impareggiabili con quelle scattate sulla vetta vera e propria da dove si può ammirare praticamente tutto e forse anche qualcosa oltre…
Ai piedi della pietra illustrativa del mondo che ci circondava ed al tempo stesso in cima ad esso con uno strano senso di delirante estasi dovuta alla magnificienza del luogo, non potemmo far altro che gustarci le nostre meritate baguette !
Scesi dal cucuzzolo della montagna e tornati alle moto, scoprimmo che il codino del V-Max si stava staccando, col rischio di perdere la targa. Cercammo di sistemarlo al meglio legandolo in qualche maniera, ma nemmeno l’intervento di un meccanico coi dei nastri adesivi riuscì a rendere stabile e tranquilla la situazione.
Alle porte di Isola decidemmo quindi di rientrare anticipatamente in Italia attraverso il colle della Lombarda. La nostra meta finale sarebbe dovuta essere Menton, ma l’inconveniente occorsoci ci consigliò il rientro sul suolo patrio per evitare “beghe” di qualsiasi genere nel caso malaugurato della perdita della targa in terra straniera.
Questo non ci impedì però di godere cmq appieno del nostro ultimo colle, della bella salita verso Isola 2000 e dell’impegnativa discesa verso Vinadio. Ma inesorabile in fondo alla valle trovammo ad attenderci gli oltre 30° della pianura piemontese, che con tutta la sua umidità ci riportò verso casa.
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