Lago Maggiore – “Periplo” del lago con qualche saliscendi
Un classico per novaresi, milanesi e dintorni: il tour del Lago Maggiore.
Questa volta, insieme ad un paio di amici strommers, con tre chicche in più.
Le prime due fatte più volte, Cannobina e Centovalli, l’ultima una novità dopo tanto tempo che la osservavo sulla cartina e non mi decidevo mai a farla. Sto parlando della salita di Indemini-Alpe di Neggia.
Pur in un giorno feriale (consiglio sempre, soprattutto il lago, di farlo durante la settimana se possibile perchè la domenica è trafficatissimo), c’è un discreto traffico. Siamo ormai in piena stagione vacanziera e le targhe straniere di auto e moto, soprattutto teutoniche, pareggiano quelle italiane.
Al mattino la sponda piemontese è baciata dal sole che ne esalta la sua bellezza.
Tra Meina e Baveno sono numerose le ville stile liberty con giardini fioriti i cui colori contrastano bene con il verde dei monti e l’azzurro del lago. Dopo Verbania la bellezza è più aspra, con le pareti delle vette che si fanno più ripidi.
A Cannobio svoltiamo a sinistra per imboccare la stretta valle che vi si infila in mezzo e che prende il nome del paese.
Strada stretta ed un susseguirsi di curve senza soluzione di continuità lasciano poco spazio ad eventuali possibilità di sorpasso in moto, praticamente nulle alle auto.
Sbucati sopra Malesco, ridente paesino in cima alla Val Vigezzo, lo raggiungiamo in una veloce discesa in mezzo ai larici ma appena entrati in paese, svoltiamo a sinistra per la Valle Loana dove andiamo a consumare una buona polenta in diverse varianti all’Agriturismo Valle Loana.
Mi farei volentieri un pisolo su questi verdi prati, conciliato dallo starnazzare dei pennuti e dei piccoli umani che li rincorrono ma la giornata è dedicata ad altro e quindi riprendiamo i mezzi e scendiamo da dove siam saliti.
Stavolta però attraversiamo il centro di Malesco e prendiamo in direzione di Re e del confine svizzero.
Passiamo accanto al Santuario che troneggia imponente sul paese e proseguiamo per la Centovalli incrociando l’ardita linea ferroviaria del trenino che da Domodossola porta a Locarno.
Giuntivi pure noi, dopo un delizioso e costante dondolarsi tra le curve, ne approfittiamo per un bel pieno di benzina che in Svizzera non guasta mai.
Attraversata Locarno rapidamente grazie alla lunga galleria, ci ritroviamo aldilà del Ticino e voltiamo verso sud per il rientro in Italia in terra lombarda.
L’amico Konan (il barbaro ?! il distruttore ?! l’agricoltore ?! chi lo sa… :-D) ci lascia e continua lungo lago mentre io ed il Cheru imbocchiamo la salita per Indemini.
La salita si presenta subito ripida e con bei tornantoni da seconda. Notevole il panorama sul lago ed ogni tanto è d’obbligo fermarsi ad ammirarlo con calma…

Locarno

Diga di Contra
Si sale ancora vertiginosamente (siti ciclistici parlano del 10% di pendenza media!) fino ad arrivare ai pascoli dell’Alpe di Neggia.
Ancora un breve tratto “elvetico” e passata Indemini si rientra nel Bel Paese.
>La discesa da questo versante è meno spettacolare; “ovviamente” la strada è meno bella e meno curata; è più lunga rispetto al versante svizzero e quindi si scende più dolcemente, prestando però la massima attenzione perchè stretta e sporca.
All’inizio delle ultime rampe in discesa verso Maccagno, si aprono nuovi panorami sul lago…

Castelli di Cannero

Luino e Germignaga
Ci prendiamo una meritata sosta al Parco Giona di Maccagnano, posticino carino in riva al lago, dove tutti sono in costume e noi vi approdiamo giustamente bardati, sudati e zozzi della strada.
Rigenerati quanto basta, concludiamo il periplo del lago lungo la costa lombarda e ritornando sui nostri passi in quel di Castelletto Ticino.
300 km spesi bene.
bellissimo!
Notevole l’impostazione delle foto.
Complimenti Max!
Beautiful scenery, Max. 🙂
Thank you Silvya ! 😀
Grazie Wanduccia !
Bacione !
Looks like a beautiful ride!
And it is ! Thank you for stopping MFJ 🙂