Alpi Cozie: Colle dell’Agnello, Col d’Izoard e Col de l’Echelle
Lasciati sfogare l’ennesima perturbazione di questa strana estate ed il weekend da bollino nero delle autostrade italiche, ecco un tranquillo lunedì asciutto per fare un bellissimo giro sui passi italofrancesi.
Da casa nostra è un bel chilometraggio, 520 km alla fine, ma ne vale sempre la pena.
Per raggiungere l’imbocco della Val Varaita percorrendo le statali ci mettiamo circa 2 ore e mezza. Fino ad Alba, usiamo il solito “binario”, percorso decine di volte; poi dalla città del tartufo a Verzuolo,ci infiliamo in mezzo ai pescheti.
A Venasca superiamo un arzillo signore che con la sua Vespa PX targata Varese ha tutta l’aria di voler raggiungere il Colle dell’Agnello; noi intanto raggiungiamo e ci accodiamo al mitico Pikachu e lasciamo che sia lui a farci strada fino a Casteldelfino 😀
A Pontechianale capiamo che è bene indossare una felpa, visto che l’altitudine comincia a farsi seria, così come l’intensità del vento. Intanto il buon vespista continua imperterrito col suo bel sorrisone stampato sul volto, come un bimbo che sta per aprire un barattolo di Nutella…
Saliamo con calma per goderci come sempre il paesaggio alpino; superiamo un’ultima volta il PX giusto poche curve prima della vetta, raggiunta la quale ci voltiamo indietro a rimirar la vallata e le sue vette.
Faccio i miei complimenti al coraggioso vespista che ci ha raggiunto in vetta. Il freddo pungente ed il forte vento ci costringono ad una sosta più veloce di quanto vorremmo e meriterebbe il luogo. Quindi giusto una manciata di minuti per guardarsi intorno e fare qualche scatto veloce e poi giù veloci in territorio francese che qui prende il nome di Parco Naturale del Queyras.
In fondo alla discesa la temperatura torna a superare i 20°c e ne approfittiamo per un veloce pranzo al sacco.
Superata Chateau Queyras voltiamo a destra in direzione del Col d’Izoard. Se i morsi della fame avessero chiamato una mezz’ora più tardi, avremmo potuto pasteggiare su uno dei tanti tavoli da pic nic presenti nei punti panoramici lungo la salita… Ma quando lo stomaco chiama, la vista e la mente mi si annebbiano e devo provvedere subito a soddisfarlo.
Questo passo, leggendario per ciclisti e motociclisti, è uno dei più belli di tutto l’arco alpino; quando dopo l’ennesimo tornante ci trova davanti la Casse Déserte si capisce il perchè e si resta… impietriti !
Il colle delle Scale (Col des Echelles) è stato una piacevole sorpresa anche per me un paio d’anni fa. Se ci ripassi e ti interessano le architetture militari, fai un salto qui: http://goo.gl/maps/SYSx9
Grazie BianConiglio !
Le gite ai forti meritano una giornata a sè, tra quelli che mi hai linkato, Exilles ed altri, ce ne sono per tutti i gusti !
Lamps
Max
Siete proprio dei temerari. Sempre in groppa alla moto certo i km non vi spaventano proprio. Sempre belli i tuoi giri. Ciaoo Bea
Grazie Bea !
E’ la passione che ci spinge… 😉
Condivido questa vostra passione per i viaggi ma da fare rigorosamente in macchina. Bea
Eeeeh… non è la stessa cosa 😀 😉
Ti rispondo citando Pirsig :”Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente.”
Credimi. è proprio così !
Comunque l’importante è viaggiare, conoscere il mondo. Con qualsiasi mezzo !
La cornice della macchina si può di tanto in tanto abbassare e allora con i capelli al vento fai uno scatto dopo l’altro per immortalare quel momento. No mi spiace non mi convinci!! Amo viaggiare ma non sono così sportiva! Ciaoo Bea