Passato un mese e mezzo dall’ultima ciaspolata per motivi che trascendevano la nostra volontà, eccoci di nuovo in pista per una nuova salita al Mottarone.
Questa volta lo “aggrediamo” dal versante sud.
Partiamo dalla Cappella “Rifugio” Cortano e seguiamo il sentiero segnato sulla cartina come V O .
L’ascesa è dolce, costante, in spazi aperti che, in una giornata con meno foschia, ci farebbero apprezzare da subito il panorama sui laghi sottostanti. Il primo tratto si distanzia dalla strada che sale alla vetta e quindi udiamo il solo rumore della neve pigiata sotto i nostri piedi.
La salita da questo sentiero comporta l’attraversamento in tre punti della provinciale e con il traffico odierno di auto e moto dobbiamo prestare particolare attenzione.
Passato il primo di questi, la scenografia cambia e dagli alberi passiamo ad un panettoncino bianco, regno incontrastato di ciaspolatori e scialpinisti.
La traccia si riavvicina alla strada e la costeggia per un paio di centinaia di metri. Mi viene spontaneo voltarmi ogni volta che passano dei motociclisti. La giornata è ideale anche per una gita su due ruote e la carreggiata, nonostante la presenza ancora abbondante di neve, è perfettamente pulita e possono godere di uno dei percorsi più belli di queste zone.
Attraversata una seconda volta la strada, ci fermiamo a consumare il nostro pranzo al sacco nei pressi del monumento al ciclista, costruito anni fa in onore di due glorie locali: Piemontesi e Fornara. Il manto nevoso ricopre praticamente l’intera opera, lasciando scoperto solo il blocco di granito superiore.
Rifocillati, riprendiamo l’ascesa. Vediamo la vetta e l’affollamento “mostruoso” di questa prima domenica primaverile che ha portato quassù ogni tipo di avventore: dagli sciatori ai ciclisti, dai bikers alle famigliole che portano i bimbi a giocare sulla neve.
Decidiamo di non valicare per la terza volta la strada per raggiungere la vetta e torniamo a goderci la pace che offre l’anticima che affaccia verso sud.
Un angolo di montagna modellato dal vento con inserito qualche alberello qua e là si presta per uno scatto particolare…
Un pò di relax al sole e siamo pronti per la discesa
Come si diceva in un vecchio spot televisivo, “c’è chi segue la pista e chi la crea…” ; i disegni lasciati da questi ultimi sono come ricami sul manto bianco immacolato
Attraversiamo nuovamente il boschetto e siamo di nuovo al rifugio Cortano
Purtroppo la Lauretta ha attivato Endomondo solo dopo pranzo; i dati che abbiamo si riferiscono in gran parte solo alla discesa.
Per chi volesse replicare questo percorso, è sufficiente moltiplicare per due e se vuole raggiungere la vetta, un’altra ventina di minuti….
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