Colle delle Finestre ed Assietta 2018
Sette anni dopo la prima avventura su questi meravigliosi sterrati, eccomi a rimangiar polvere in alta quota.
Attraversiamo le placide lande della Lomellina e risalendo poi il corso del Po da Casale fino a Verolengo, quindi per saltare Torino e raggiunger velocemente la meta, tangenziale ed autostrada fino a Susa.
A Meana inizia la salita, in mezzo al fitto bosco, subito ripida. Superiamo con circospezione unita a rispetto ed ammirazione, numerosi ciclisti che, impavidi, affrontano gli irti tornanti. Schiacciamo sotto le nostre ruote le loro gocce di sudore: giù il cappello davanti a questi ragazzi. Io non ce la potrei mai fare e preferisco godermi un’altro tipo di bici, il bici-lindrico 😀
Qualche sorso di acqua fresca alla fontana posta all’inizio dello sterrato e siamo pronti per impolverarci.
Quando la vegetazione ad alto fusto inizia a diradarsi, si aprono gli sguardi verso la Val di Susa, mentre soffici nubi bianche ci occludono la visuale delle vette della catena del Rocciamelone.
In cima al colle, ci godiamo come tutti il panorama…
Ritroviamo il nastro d’asfalto in discesa, giusto per un paio di minuti prima di fermarci per la pausa pranzo all’Alpe Pinta e ricaricarci delle energie spese durante la salita con un’ottima polenta e fonduta, fatta in loco dai ragazzi della cooperativa che gestisce questo ristoro. Praticamente un balcone sulla Val Chisone…
Un paio di curve e siamo sulla strada dell’Assietta. Si ricomincia a salire, lentamente, con un occhio a dove metter le ruote e l’altro a godere dello scenario alpino, benzina per l’anima.
Una volta in cima, foto di rito mentre qualche nube si arrampica veloce dal fondo valle.
Da qui in poi la strada corre in cresta per qualche chilometro, alternandosi dietro qualche cucuzzolo, con vista su entrambe le valli, Susa e Chisone…
regalandoci anche un simpatico incontro
Non possiamo chiedere null’altro di più. Una giornata fantastica che oltre al piacere dell’andare in moto e di farlo in buona compagnia, ci ha donato momenti impagabili, immersi nell’abbraccio della natura.
Complimenti bel giro. Belli gli sterrati ma non li amo troppo, mi impegno troppo nella guida e non riesco a godermi i panorami.
Bella capo!
Preferirei si chiamasse “strada bianca”. Difatti la pavimentazione è per lo più a inerti, mentre a tratti è a pietroni lavorati, posati da opere militari di cui ben si nota la maestria del tracciato e le costruzioni accessorie al seguito.
Molto bella e non impossibile, meglio se infrasettimanale.
p.s.
và ciccio che mi sembri gli speaker dei tempi del crapun 🙂 🙂
“Superiamo con circospezione unita a rispetto ed ammirazione, numerosi ciclisti che, impavidi, affrontano gli irti tornanti. Schiacciamo sotto le nostre ruote le loro gocce di sudore: giù il cappello davanti a questi ragazzi…”
Saluti alla topa di montagna che ormai le conosci tutte!
Grazie caro. Basta andare piano piano e si riesce a buttare un occhio anche al panorama 😉
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